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Fondo sanitario 2020. Regioni: “Tagli per 2 miliardi?”. Grillo: “Dovranno passare sul mio corpo”

Per il 2019, il finanziamento al Servizio sanitario nazionale resta confermato in 114,4 miliardi di  euro. Per il 2020 il Fondo è però incrementato di 2 miliardi e per il  2021 di un altro miliardo e mezzo. E” una delle novità per il Ssn prevista nella Legge di bilancio.

L”aumento delle risorse alle Regioni “è subordinato alla stipula, entro il 31 gennaio 2019, di una specifica intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021, che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi”.

E ancora, per attivare ulteriori borse di studio per i medici di  medicina generale che partecipano ai corsi di formazione, vengono messi sul piatto altri 10 milioni di euro dal 2019. Per aumentare, invece, il numero dei contratti di formazione specialistica dei medici, “l”autorizzazione di spesa è incrementata di 22,5 milioni di euro per il 2019, di 45 milioni di euro per il 2020, di 68,4 milioni di euro per il 2021, di 91,8 milioni di euro per il 2022 e di 100 milioni di euro a decorrere dall”anno 2023″. (regioni.it)

(Regioni.it 3630 – 12/06/2019) Il 6 giugno nella Conferenza Stato-Regioni è stata sancita l’intesa sul riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale per il 2019 (rispetto alla quale le Regioni avevano già raggiunto un accordo politico il 13 febbraio, vedi Regioni.it n.3546).  Nella stessa riunione della Conferenza stato-Regioni sono state ripartite le quote per gli obiettivi di Piano sanitario nazionale e quelle vincolate e le quote premiali.


Tagli alla Sanità per due miliardi: l’allarme delle Regioni

È rottura tra il ministero della Salute e le Regioni sul nuovo Patto per la Salute.: il governo vuole tagliare di 2 miliardi il Fondo sanitario

È rottura tra il ministero della Salute e le Regioni sul nuovo Patto per la Salute. I due miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale (Fsn) nel 2020 e il miliardo e mezzo in più per il 2021, promessi dalla legge di Bilancio sulla base di un preciso accordo tra Regioni e Governo, rischiano di saltare a causa della “variazione del quadro macroeconomico”.

A meno di una settimana dalle dichiarazioni pentastellate su un presunto incremento del fondo sanitario, “+4,5 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale nel triennio 2019-2021”, scriveva sui social la ministra Giulia Grillo, la realtà alla Conferenza delle Regioni si presenterebbe molto diversa.

A lanciare l’allarme è l’assessore alla Sanità e l’Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Nella bozza di testo del nuovo Patto della Salute inviata dal Ministero della Salute non vi è certezza del livello di finanziamento, anzi contrariamente a quanto richiesto dalle Regioni, si subordina il finanziamento del prossimo anno alla variazione del quadro macroeconomico”, afferma D’Amato. Una postilla non da poco se si considera che, come spiega D’Amato, questo significa che “si sta preparando il taglio di 2 miliardi al fondo sanitario nazionale“.

Nella nuova bozza di Patto inviata dal Ministero della Salute alle Regioni, alla voce finanziamenti è stata introdotta la clausola che evidenzia come le risorse definite nell’ultima manovra (2 mld in più per il 2020 e 1,5 mld per il 2021) sono confermate “salvo eventuali modifiche – si legge nella bozza – che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e variazioni del quadro macroeconomico”.
Il che tradotto, visto i conti dello Stato su cui pende anche la decisione della Ue di aprire una procedura d’infrazione, vuol dire che i finanziamenti promessi per i prossimi anni sono fortemente a rischio. Insomma, si temono nuovi tagli.

Una eventualità che costituisce, di fatto, “un colpo mortale alla sanità ed al diritto alla salute – prosegue l’assessore – Le Regioni nel documento di avvio del Patto hanno sempre sostenuto l’esigenza di avere un quadro certo dei finanziamenti senza condizionamenti. Il testo proposto dal Ministero apre la strada al taglio del Fondo sanitario nazionale. È necessario che il Governo chiarisca”.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Non vi azzardate a tagliare sulla sanità. Faremo le barricate per tutelare la salute”.

Pronta la replica del Ministro della Salute Giulia Grillo che rassicura su Twitter rispondendo al segretario del Pd: “Tagli alla sanità? Dovranno passare sul mio corpo. Il Pd ci ricorda che i loro tagli alla sanità hanno messo a rischio la tenuta del SSN. Questo noi non lo faremo”.


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Il Ministro torna sui possibili tagli al Fondo sanitario annunciando la richiesta di rassicurazioni sulla nota di aggiornamento al Def

“Proprio in queste ore è mia determinazione chiedere un incontro, insieme al presidente della conferenza delle Regioni Bonaccini se lo vorrà, al Mef in tempi brevi, per avere la certezza che quanto già stanziato nella scorsa Legge di bilancio non venga toccato”. Lo ha affermato il ministro della Salute Giulia Grillo, a margine della presentazione del nuovo codice deontologico della Fnopi a Roma.

“Lo scorso anno abbiamo deciso un aumento molto contenuto sul finanziamento del fondo sanitario – ha aggiunto Grillo – proprio perché avevamo la certezza che quest’anno avremmo avuto un momento di respiro, ecco però ora questo deve arrivare”.

“Non firmerò nessuna clausola vincolante e non ci sarà neanche nel Patto della salute. Io chiederò rassicurazioni sulla nota di aggiornamento al Def perché non ci siano sorprese, la nostra sanità non può permetterselo”

Grillo ha poi sottolineato che il Patto della salute si chiuderà assolutamente entro l’estate.

“Non voglio che sia un Patto infinito e troppo ambizioso, così che poi si dica che non abbiamo fatto niente. Mi accontenterei di avere 3-4 punti fortemente voluti e di poter portare a casa quelli”.

Infine, sulla nomina del nuovo presidente dell’ Aifa il ministro ha anticipato che la decisione potrebbe avvenire a breve. Al proposito le regioni si erano espresse indicando il nome di Antonio Saitta, assessore alla Sanità del Piemonte e coordinatore della Commissione Salute.

“Rispetto la proposta delle Regioni – ha precisato Grillo – ho sempre detto che, sia per il ruolo di direttore generale sia per quello di presidente dell’Aifa, preferisco dei tecnici e non dei politici. Anche perché il Consiglio di amministrazione già esprime due componenti su quattro di estrazione delle Regioni, che possono essere dei politici, quindi mi sembrava giusto che il nome del presidente fosse una figura diversa. Per questo la trattativa si è di molto allungata, ma ora siamo agli sgoccioli”.

Responsabile Civile – 22 giugno 2019

Redazione Fedaisf

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