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I tavoli tecnici che si aprono a Palazzo Chigi

Al via lo statuto del lavoro. Alcuni diritti verranno rivisti. Partiranno «nei prossimi giorni», ha annunciato Gianni Letta, tavoli tematici con sindacati e imprese. Il primo sarà sul mercato del lavoro e sarà presieduto dai ministri Sacconi e Brunetta. E questo nonostante la contrarietà delle parti sociali, sindacati e industriali. Di nuovo ieri Emma Marcegaglia è stata chiara: «Sul tema abbiamo tutti condiviso che questo è un argomento che deve essere nella totale, unica ed esclusiva disponibilità delle parti». Il tavolo a cui ha accennato il sottosegretario Letta riguarda essenzialmente l’annunciato Statuto del Lavoro, che supererebbe lo storico Statuto dei Lavoratori che definirà regole diverse nel rapporto tra dipendenti e datori di lavoro. Alcuni diritti del lavoratore verrebbero definiti «universali e indisponibili». Altri, considerati «minori», sarebbero rinviati alla contrattazione, sia nazionale che aziendale. Tra questi ultimi i licenziamenti, oggi regolamentati dall’articolo 18, che in futuro potrebbero essere facilitati in cambio di un’indennità. S’ipotizza il recepimento nella legge dell’accordo interconfederale siglato nel giugno scorso.

I sindacati sono già sul piede di guerra. Per addolcire il trauma, il governo ha presentato un piano da 1 miliardo di euro per favorire l’occupazione giovanile. Tra le altre cose, il ministro Meloni annuncia 10 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato per i giovani genitori precari tramite un provvedimento del suo ministero con un bonus di 5mila euro alle aziende che assumano a tempo indeterminato un giovane disoccupato (o assunto con contratto atipico) con meno di 35 anni e con figli.

FRANCESCO GRIGNETTI

Rispunta il ticket per i primi tre giorni di ricovero ospedaliero. Regioni e governo non hanno ancora finito di litigare sul superticket su visite specialistiche, analisi e diagnostica che dalla nuova manovra correttiva d’agosto spunta un nuovo, pesante balzello: quello di 10 euro sulle prime tre giornate di ricovero. Un ticket che nel passato remoto costò la poltrona di Palazzo Chigi a De Mita ma che ora i tecnici del Tesoro sono pronti a rispolverare dai cassetti, motivandolo come contributo per spese di vitto e alloggio, comunque risparmiate da chi deve sostare in corsia. Il balzello servirà ad aiutare le Regioni a reggere la botta del taglio anticipato da 7,5 miliardi di euro in due anni del Fondo sanitario nazionale. In realtà il ticket sui ricoveri, preannunciato su quelli «impropri» dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, porterebbe in cassa solo 300-400 milioni di euro, ma avrebbe il doppio vantaggio di scoraggiare i ricoveri impropri e di aprire la strada ai ben più massicci balzelli sanitari che toccherà alle Regioni, probabilmente già dal 2013, applicare per garantire quel 40% di risparmi sulla sanità, che il decreto di luglio vincola proprio all’applicazione di nuovi ticket. In tutto circa 2 miliardi a carico delle tasche degli assistiti, visto che tra due anni il fondo sanitario avrà 5 miliardi di euro in meno del previsto. Una cura dimagrante che già a partire dal prossimo anno dovrebbe essere assicurata soprattutto dall’applicazione anticipata di un anno dei costi standard, la nuova spending review messa a punto per tarare i fabbisogni finanziari dei servizi sanitari regionali sulla spesa delle amministrazioni sanitarie più virtuose.
PAOLA RUSSO

Modifica alla Carta per rilanciare l’economia. Come si ricorderà, Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti la settimana scorsa avevano annunciato una modifica della Costituzione, all’articolo 41

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