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La cura della psoriasi non è sempre appropriata

 Recenti fatti di cronaca su presunti rapporti illeciti fra prescrittori e industria farmaceutica riportano all’attenzione il problema della appropriatezza delle terapie – in particolare con nuovi farmaci ad alto costo – e dei sistemi di monitoraggio in atto nel nostro paese.

Ci riferiamo, nel caso specifico, alla psoriasi, una malattia cronica della pelle; una patologia fastidiosa che può estendersi ad ampie parti del corpo, con bruciori, prurito, in alcuni casi complicanze quale l’artropatia psoriasica, riflessi sulla percezione dell’immagine del proprio corpo, sulle relazioni sociali e sulla qualità della vita del soggetto affetto. Si tratta inoltre di una patologia diffusa, con stime di prevalenza fra l’1% e il 3% [1].

E’ comprensibile che, a fronte di una patologia così comune, vi sia un notevole interesse all’utilizzo di nuovi farmaci, anche in considerazione che i diversi trattamenti convenzionali (farmaci topici, Uva e Puva terapia, farmaci sistemici quali la ciclosporina e il metotrexato) non abbiano portato a risultati definitivi. Da ciò l’interesse per una serie di farmaci denominati “farmaci biologici”, poiché ottenuti da organismi viventi o loro prodotti. Si tratta, per il mercato europeo, di quattro farmaci: efalizumab, etanercept, infliximab e adalimumab utilizzato per tale patologia solo recentemente a seguito delle decisioni dell’AIFA [2]. Un mercato di grande importanza, in termini economici, considerato che la spesa nelle strutture pubbliche italiane per questi quattro farmaci è stata, nel 2009, di 408,50 milioni di euro (per dare un riferimento: la spesa per antibiotici recenti ad esclusivo uso ospedaliero ammontava a 41,20 milioni di euro; quella per tutti i tipi di vaccini a 285,30 milioni di euro) [3].

 

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha avviato, attraverso il progetto Psocare, un monitoraggio di queste nuove terapie, al fine di una valutazione post-marketing (farmacovigilanza una volta entrato in commercio, nel caso specifico realizzata attraverso la rete Psocare), in considerazione che sono ancora aperti molteplici quesiti: l’efficacia a lungo termine, l’insorgenza di resistenze, fenomeni di rebound

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