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Liberalizzazioni farmacie, cosa succederà in Campania e in Italia

Sulle nuove sedi farmaceutiche il governo, col decreto liberalizzazioni, amplia la pianta organica delle farmacie intervenendo sul rapporto farmacia-abitanti nelle aree urbane (le farmacie rurali non saranno interessate dal provvedimento) che passerà da 1/4000 a 1/3000. In realtà Federfarma alla chetichella già da qualche tempo aveva chiesto anche ai precedenti governi Berlusconi di ampliare la pianta organica e di portarla da 1/4000 a 1/3500: Monti in realtà ha esagerato portando il rapporto a 1/3000.

Il rapporto 1/3000 effettivamente crea problemi di sopravvivenza delle farmacie. Ma in sede d’iter parlamentare per la conversione del decreto sicuramente Federfarma muoverà le sue pedine per far passare un emendamento che riporti o si avvicini al rapporto 1/3500. Questo perché? Perché i farmacisti italiani hanno un grosso bisogno di ampliare di circa 2/3mila sedi la pianta organica. La ragione è questa: molti congiunti di farmacisti titolari (figli, fratelli etc.) oggi sono privi della titolarità di una farmacia (esempio tipico: un papà farmacista titolare di farmacia muore e lascia due figli, entrambi farmacisti, abilitati con una farmacia – questo crea grossi problemi alle famiglie di farmacisti e grossi contenziosi tra familiari). Se si aumenta la pianta organica di 2/3mila unità si dà la possibilità ai figli e fratelli di farmacisti titolari di poter acquisire un’altra farmacia e risolvere grandi diatribe familiari.

Non solo: col decreto Bersani 223/2006 oggi si possono gestire fino a quattro farmacie con una società in nome collettivo. Questo crea grosse economie di scala. E non solo: la titolarità di farmacia oggi può essere acquisita in tre modi: per eredità (ma qui sorgono problemi se gli eredi sono più di uno), per acquisto (a Napoli una farmacia parte dai 2/3milioni di Euro ma può arrivare anche a dieci milioni) oppure per concorso (che è gratuito). Quindi, se un farmacista partecipa al concorso e lo vince si ritrova con la titolarità di una farmacia che ha un valore minimo stimato nelle grandi città di 1,8/2 milioni di Euro. Quindi, faccio il concorso a costo zero e mi ritrovo dall’oggi al domani con una licenza pubblica di 2 milioni di Euro. Quella licenza la posso utilizzare sia per aprire la farmacia sia per venderla sotto banco.

E cosa succederebbe se si verificassero concorsi pilotati, in cui i vincitori sarebbero già noti e spartiti a tavolino prim’ancora che i concorsi si effettuino? I nuovi farmacisti a quel punto avrebbero due strade: la prima è di tenersi la farmacia, la seconda è di venderla sotto banco (una volta v

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