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Myrmex: in corso la protesta dei lavoratori licenziati

Il centro di ricerca era stato venduto da Pfizer, come ramo d’azienda, all’avv. Calvi per 1 €.  “Avviamo subito un tavolo di trattativa per cederlo alla cooperativa che i lavoratori hanno costituito” i quali dichiarano di essere disposti ad investire 1€ nell’operazione.

08 febbraio 2016 – rassegna.it

Dalle prime ore del mattino i ricercatori licenziati dalla Myrmex, stanno protestando davanti i cancelli del laboratorio della zona Industriale. Urlando  lo slogan “Licenziati! Licenziati! Licenziati!”, hanno chiesto di tenere un’ assemblea in azienda ma hanno trovato i cancelli sbarrati. I dirigenti e il direttore generale Salvatore Celeste che ha firmato i telegrammi di preavviso di licenziamento giorno 5 febbraio (per i sindacati “un eccesso di zelo non previsto dalla procedura”) , non si sono presentati.

“Se qualcuno pensa che attraverso i licenziamenti ci si libera della zavorra dei lavoratori fa un grande errore – commentano Margherita Patti segretaria confederale Cgil e Peppe D’Aquila, segretario generale della Filctem Cgil -. Non intendiamo subire questo scippo. Facciamo nostro l’hashtag lanciato dai lavoratori #lamyrmexènostra , e lo intendiamo valido anche per la nostra Catania e per la Sicilia. Ne rilanciamo un altro: #bastachiacchiere . La Regione faccia valere la delibera di giunta per riprendersi il centro ed avviamo subito un tavolo di trattativa per cederlo alla cooperativa che i lavoratori hanno costituito”.

I lavoratori, costituitisi in cooperativa un anno fa, dichiarano infatti di essere disposti ad investire 1€ nell’operazione; il medesimo prezzo che ha pagato l’avvocato Calvi, amministratore della Myrmex, a Pifizer all’atto della cessione di ramo d’azienda. Una dichiarazione provocatoria, ma non troppo.

“Il centro di ricerca ha enormi potenzialità. I lavoratori costruiranno alleanze con le università, altri centri di ricerca e con il Miur – continuano Patti e D’Aquila –. Saranno in grado di dimostrare tutte le potenzialità che un centro come questo può esprimere. Chi vuole depredare il territorio per poi scappare con il bottino in mano deve fare i conti con la lotta dei lavoratori che non consentiranno uno scempio di tale portata. Le Istituzioni riflettano e si assumano le loro responsabilità; l’immobilismo puzza di complicità. Noi da qui non andremo via fino a quando non si troverà una soluzione dignitosa”.

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Redazione Fedaisf

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