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Piemonte. Medico di medicina generale non riceve ISF per non essere indotto a prescrivere antibiotici! Peccato che nessun ISF parli di antibiotici.

Su “La Stampa” di Torino del 29 ottobre compare un’intervista al Dr. Diego Pavesio della ASL Torino 5 dal titolo “Informatori farmaceutici e medicina difensiva alla base degli abusi“.

In un passo dell’intervista il Dr. Pavesio a proposito della prescrizione di antibiotici dice che valuta i singoli casi e che la prescrizione “sia per terapia secondo linee guida e non per una forma di medicina difensiva”

Medicina difensiva? chiede l’intervistatore

«Sì. Tengo anche a precisare che sono uno dei pochissimi medici che non accetta le visite degli informatori farmaceutici. I quali, ovviamente, tendono a dare indicazioni per la prescrizione di antibiotici protetti da brevetto e che non hanno generico. Questo incide parecchio sulla spesa farmaceutica».

Ha riscontri che in altri casi non accada? prosegue l’intervistatore

«Purtroppo noto che diversi specialisti privati subiscono questa influenza e prescrivono uno o due farmaci privi di relativo generico, con un costo di 35 euro a confezione contro i normali 3-4 di un antibiotico generico, che quasi sempre ha la stessa efficacia in quel quadro clinico».

Meraviglioso! Non riceve gli ISF, Informatori Scientifici del Farmaco (non piacerà ma così sono definiti dalla legge che ne regola l’attività), ma sa che se li ricevesse sarebbe indotto a prescrivere costosi antibiotici. Il Dottore evidentemente è troppo modesto ritenendosi non in grado di resistere alle doti persuasive degli ISF. Peccato che difficilmente un ISF gli parlerà di antibiotici per il semplice motivo che è un tipo di farmaco non remunerativo per le aziende farmaceutiche. … e di nuovi antibiotici ce ne sarebbe bisogno proprio per contrastare la resistenza batterica (quando presente).

Comunque sappia il dottore che le molecole ancora coperte da brevetto costituiscono solo il 7,2% dei consumi di antibiotici (AIFA).

Difficilmente i nuovi antibiotici sono da usare come prima scelta e solo dopo trent’anni di vuoto si sta arrivando a una nuova classe di antibiotici. E il “vuoto” della ricerca è dato proprio dalla mancanza di remunerazione. Il processo di ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici è impegnativo e scarsamente finanziato.

Stia tranquillo, Dr. Pavesio, lei è libero di ricevere, o non ricevere, chi vuole e nessuno attenterà alla sua “purezza” prescrittiva.


Nota:

Nel 2023 (dato pubblicato a marzo 2025 da AIFA) il consumo di antibiotici per uso sistemico in ambito di assistenza convenzionata è stato pari a 15,3 DDD/1000 abitanti die, con una spesa pro capite di 9,88 euro (circa 583 milioni di euro in termini assoluti). Entrambi i valori sono aumentati rispettivamente del 6,3% e del 7,0% rispetto all’anno precedente, avvicinandosi a valori pre-pandemici.

A livello regionale si osserva un’importante variabilità: nelle Regioni del Sud il consumo è superiore del 52,2% rispetto a quelle del Nord (18,9 vs 12,4 DDD) e del 15,5% rispetto al Centro (16,4 DDD). Le regioni del Nord hanno però registrato aumenti più marcati sia nella spesa (+9,2%) sia nei consumi (+9,7%). L’uso inappropriato di antibiotici risulta ancora elevato rispetto alla media dei paesi europei. Le categorie a maggior spesa sono state: penicilline associate a inibitori delle beta-lattamasi (3,79 euro pro capite), cefalosporine di terza generazione (3,37 euro), macrolidi e fluorochinoloni (1,46 e 1,22 euro, rispettivamente). 

Nel 2023 gli antibiotici a brevetto scaduto, comprendenti sia gli ex-originator (branded) sia i farmaci equivalenti, hanno rappresentato il 92,8% dei consumi in regime di assistenza convenzionata; in particolare il 24,7% era rappresentato da antibiotici equivalenti (unbranded) e 68,1% da ex-originator. Le molecole ancora coperte da brevetto costituiscono il restante 7,2% dei consumi. I dati evidenziano un maggior utilizzo di equivalenti al Nord (33,9%) rispetto al Centro (24,3%) e al Sud (16,2%), con valori massimi del 39,9% nella PA di Trento e più bassi nel Lazio (13,5%).

La spesa pro capite in ambito ospedaliero rappresenta poco meno di un quarto della spesa totale degli antibiotici per uso sistemico (22,1%). DDD/1000 abitanti die: numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente da 1000 abitanti. DDD (o dosi) per utilizzatore: è un indicatore del numero medio di giorni di terapia. È calcolato come rapporto tra il totale delle DDD consumate e il totale dei soggetti che hanno ricevuto almeno una prescrizione durante un periodo di tempo (utilizzatori nel periodo).

(Fonte: Uso degli Antibiotici in Italia. Report AIFA)

 

Redazione Fedaisf

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