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Principio attivo in ricetta (1)

Pochi risparmi per il Servizio sanitario nazionale, ma un “notevole aggravio del carico burocratico per i medici. E un’enorme confusione fra i pazienti”.  Queste, secondo il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) Giacomo Milillo, le conseguenze di un eventuale obbligo, per i camici bianchi, di prescrivere il principio attivo e non il farmaco griffato. Una misura auspicata dal presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, e che molti chiedono di inserire in Finanziaria.

Secondo Milillo “è assurdo e sbagliato pensare che un farmaco sia solo il suo principio attivo: eccipienti e formulazioni sono elementi importanti – dice all’Adnkronos Salute – che devono essere valutati correttamente dal medico, insieme al vissuto di ogni paziente. Un obbligo simile limiterebbe la libertà del medico al momento della prescrizione. Anche perchè gli eccipienti, possono influire sulla tollerabilità di un medicinale a livello soggettivo, e il medico deve tenerne conto”. Non solo, compilare ricette con ‘chilometri’ di principi attivi “comporta un aggravio burocratico per i medici. E i pazienti, confusi, non sapranno mai verificare se gli è stato consegnato ciò che gli era stato prescritto – conclude Milillo – a meno di non prendere una laurea in farmacologia”. Da Doctornews 27-11-06

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