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I danni del calo delle vaccinazioni contro il morbillo

Se il numero delle vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia diminuisse anche solo del 5 per cento i casi di morbillo triplicherebbero, con un aggravio della spesa sanitaria di 2,1 milioni di dollari all’anno. La stima riguarda gli Stati Uniti, ma è applicabile anche altrove e dimostra che una lieve variazione rispetto alla copertura vaccinale ottimale può avere esiti drammatici (red)

25 luglio 2017 – Le Scienze

Una diminuzione del 5 per cento nelle vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia è sufficiente a produrre un notevole incremento dei casi di morbillo, con un impatto oneroso sui costi sanitari.

La stima viene da un nuovo studio pubblicato su “JAMA Pediatrics” da un gruppo di ricercatori della Stanford University e del Baylor College of Medicine, e si riferisce agli Stati Uniti, ma può essere applicabile anche ad altri paesi, poiché dimostra che una lieve variazione rispetto alla copertura vaccinale ottimale può avere esiti drammatici, considerata l’infettività del morbillo.

Tutti i 50 stati americani richiedono la triplice vaccinazione prima dell’iscrizione all’asilo o a scuola, ma in tutti sono previste esenzioni per ragioni mediche; tutti tranne tre prevedono inoltre che i genitori possano rifiutare la vaccinazione per motivi religiosi, e 18 stati per motivi personali. La tendenza è però di mettere in discussione le esenzioni: la California, per esempio, ha eliminato quelle per motivi religiosi e personali nel 2015, in seguito alla grande epidemia di morbillo che ha avuto origine a Disneyland.

Finora le politiche vaccinali statunitensi sono riuscite a contenere il morbillo a un numero di casi variabile tra poche decine ad alcune centinaia ogni anno. Tuttavia, negli ultimi anni in molte zone del paese la copertura vaccinale si è abbassata al di sotto della soglia del 90-95 per cento ritenuta necessaria per evitare epidemie.

“Ci siamo concentrati sul morbillo perché si tratta di una malattia altamente contagiosa”, ha spiegato Nathan Lo, primo autore dello studio. “È quindi la prima malattia che può dare origine a un’epidemia se calano le vaccinazioni: vale quindi come esempio significativo”.

I danni del calo delle vaccinazioni contro il morbilloUna persona contagiata può infatti diffondere il virus starnutendo e tossendo fino a quattro giorni prima che si manifestino i sintomi. Il virus del morbillo, inoltre, può rimanere infettivo restando nell’aria anche per due, un tempo insolitamente lungo per un virus che si trasmette per via aerea.

Lo e colleghi hanno analizzato i dati dei Centers for Disease Control and Prevention sulla vaccinazione trivalente, simulando 10.000 scenari che potrebbero verificarsi se il morbillo venisse introdotto nel paese a un tasso simile a quello degli anni passati.

In termini numerici, se la somministrazione del siero trivalente contro morbillo, parotite e rosolia a bambini tra 2 e 11 anni diminuisse del 5 per cento, in un anno i casi di morbillo nella stessa fascia di età si moltiplicherebbero per te. L’incremento avrebbe un costo di 2,1 milioni di dollari in più ogni anno, cioè circa 20.000 dollari per ogni caso.

Gli autori sottolineano che i costi sanitari sono stati stimati per difetto, cioè considerando un’epidemia di solo morbillo, ma sono possibili anche scenari più gravi con epidemie concomitanti di parotite e pertosse.

“Ogni anno, sempre più stati americani stanno mettendo in discussione le esenzioni non mediche, che rappresentano un elemento critico per l’efficacia della copertura vaccinale”, ha concluso il ricercatore. “Questo studio quantifica le conseguenze di un aumento dei casi di morbillo e la spesa che comportano le esenzioni per motivi personali”.

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Redazione Fedaisf

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