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Batteri resistenti, aumentano le infezioni in Italia

L’Istituto Superiore di Sanità segnala l’aumento preoccupante delle infezioni da batteri resistenti. Dal 2013 al 2016 sono state registrare 5.331 casi. La situazione

RRisultati immagini per rapporto istisanOMA – Aumentano in modo preoccupante le infezioni da batteri resistenti in Italia. A darne notizia è l’Istituto Superiore di Sanità, nel suo Rapporto Istisan – Sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri produttori di carbapenemasi – per il periodo 1 aprile 2013 e il 31 luglio 2016. Durante questo lasso di tempo si segnalano 5.331 casi e un andamento crescente: per esempio, tra il primo gennaio e il 31 luglio 2015 ci sono stati 1.059 casi, mentre sono stati 1.183 nello stesso periodo del 2016.

Le batteriemie
La presenza di batteri nel sangue è detta ‘batteriemia’. Ed è su queste che l’ISS ha basato il suo rapporto. Nel caso specifico si è dato peso alla presenza di enterobatteri resistenti ai carbapenemi – che sono gli antibiotici usati per le infezioni resistenti – e/o produttori di carbapenemasi.

Le differenze tra le regioni italiane
In base al Rapporto Istisan si scopre che il numero di segnalazioni e l’incidenza delle infezioni da batteri resistenti sono risultate molto diverse nelle varie Regioni. A guidare la classifica negativa è il Lazio, con ben 946 segnalazioni del Lazio, contro lo 0 del Molise. Tuttavia, la maggior parte dei casi è stata rilevata nelle regioni del Nord Italia con 2.758 casi, pari al 51,7%. Seguono le regioni del Centro con 1.364 casi, pari al 25,8%, il Sud con 761 casi, pari al 14,1% e isole con 448 casi, pari all’8,4%.

Risultati immagini per rapporto istisanLe province con più casi d’infezione
Tra le province che hanno segnalati i maggior numero di casi spicca quella di Roma, con il 17,2%. Seguono Genova con il 7,9%, Torino 6,7%, Milano 5,9%%, Bari 5,1%, Bologna 4,9% e Palermo 4,5%.

I più colpiti
A essere più colpiti dalle infezioni da batteri resistenti sono in genere i maschi, con il 62% dei casi, l’età media è di 65,4 anni. Nella maggioranza dei casi le infezioni resistenti si contraggono negli ospedali, la cui media è dell’84%. A esserne più interessati sono i reparti di terapia intensiva, con il 39,6% dei casi, di medicina generale con il 12,6% dei casi e di chirurgia con il 10,2% dei casi.
La sempre maggiore diffusione delle infezioni da batteri resistenti ha da tempo fatto scattare l’allarme delle autorità sanitarie, con in testa l’OMS che ha già dichiarato la faccenda un problema sanitario globale. Nonostante ciò sono ancora molte le persone che assumono antibiotici in modo incontrollato e spesso quando non ve ne sia reale bisogno.

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Notizie correlate: Cameron: i batteri resistenti agli antibiotici sono «una minaccia per l’umanità»

Redazione Fedaisf

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