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Coronavirus, patto sul vaccino tra le aziende farmaceutiche rivali: pronto solo con prove certe. Scudo legale per i produttori

Sono oltre 25,5 milioni i contagi nel mondo di Coronavirus, secondo la Johns Hopkins University, mentre le vittime hanno toccato quota 873 mila. Dopo gli Stati Uniti con 6,2 milioni di casi e 187 mila morti e il Brasile con 4 milioni di infezioni e 125 mila decessi, cresce rapidamente l’India vicina ai 4 milioni di contagi e con 68 mila morti.

open on line – 5 settembre 2020

Arriva un impegno congiunto sulla sicurezza e il rispetto degli standard da applicare al vaccino contro il Coronavirus dalle grandi case farmaceutiche in competizione tra loro. Come ha anticipato il Wall street journal, colossi come Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson, GlaxoScmithKline e Sanofi stanno per diffondere un accordo che li impegna pubblicamene a non chiedere l’approvazione dei vaccini da parte dei governi finché non ci saranno le dovute certezze sulla sicurezza dei loro prodotti.

In una bozza del comunicato pubblicato sul quotidiano economico, le aziende spiegano che il loro impegno congiunto punta ad «aiutare e assicurare la fiducia pubblica sui vaccini Covid-19, che alla fine saranno approvati e sul rispetto del processo regolamentare con cui sono valutati». Le richieste di approvazione, spiegano le big della farmaceutica, partiranno solo sulla base di «sostanziali prove di sicurezza ed efficacia».

Una mossa che arriva dopo giorni di annunci e fughe in avanti, a cominciare da quella della Casa Bianca, con Donald Trump che ha previsto la prima distribuzione di un vaccino entro la fine dell’anno. Ne è seguita la comunicazione della Fda ai funzionari sanitari Usa con la quale si prevedeva la distribuzione per i primi 2 milioni di soggetti a rischio già a fine ottobre

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Sul vaccino per il Covid l’industria farmaceutica mette le mani avanti

euro news – 3 settembre 2020 – di Ana Lazaro

La corsa dell’industria farmaceutica per lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 comporta anche importanti questioni legali.

Nei contratti in via di negoziazione con la Commissione europea sono state infatti inserite delle clausole che scaricano sugli Stati membri la responsabilità condivisa nel caso in cui il vaccino abbia effetti collaterali indesiderati.

La notizia fa storcere il naso a molti ma portavoce della Commissione ritiene che si tratti di una mossa ragionevole per poter ottenere i vaccini il prima possibile. Se infatti i produttori sanno che saranno esonerati in caso di alcune responsabilità, potranno procedere con produzione del farmaco

Il settore farmaceutico sostiene inoltre che l’obiettivo è quello di prevenire lunghe controversie e che il sistema funziona anche a favore dei pazienti.

Secondo la Federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche, i governi potrebbero creare un fondo apposito che potrebbe essere usato se si verificasse una reazione avversa a un particolare vaccino. “I cittadini possono avere la certezza di poter accedere a quei fondi rapidamente”, spiega il presidente, Andie Powrie-Smith.

Gli esperti denunciano pero’ una mancanza di trasparenza e ritengono importante sapere esattamente che tipo di disposizioni sono contenute nei contratti. In gioco c’è la credibilità dei vaccini, soprattutto in un momento in cui proliferano le campagne anti-vaccinazione.

“Si tratta di questioni molto delicate che non dovrebbero essere negoziate da alcuni burocrati a porte chiuse”, tuona Yannis Natasis, dell’Alleanza europea per la salute pubblica.

La Commissione europea sta negoziando con le aziende farmaceutiche per conto degli Stati membri l’acquisto di vaccini efficaci alle migliori condizioni e finora ha già firmato un contratto con l’azienda AstraZeneca per l’acquisizione di 300 milioni di dosi.

Ma non solo. Ha anche stretto accordi preliminari di acquisto anticipato con altre quattro società: Sanofi-GSK, Johnson and Johnson, Curevac e Moderna.

Gli Stati membri avranno un numero di dosi proporzionale alla loro popolazione, eppure il rischio è che la corsa al vaccino rilevi disuguaglianze tra nazioni europee.

Il timore è che le nazioni più ricche saranno in grado di procedere all’acquisto o al pre acquisto di questi vaccini in maniera unilaterale, mentre i paesi più poveri non potranno farlo.

Un aiuto potrebbe arrivare dal contributo finanziario a COVX, lo strumento europeo per l’accesso globale ai vaccini ed è proprio a questa soluzione che la Commissione europea sta lavorando.

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Redazione Fedaisf

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