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“La sfida per i farmaci che non ci sono ancora”

Svolta in laboratorio: prima i target, poi le molecole.  I sistemi sanitari di tutto il mondo dovrebbero fare altrettanto, adattandosi ai cambiamenti per soddisfare, in modo sostenibile, i nuovi bisogni della popolazione

VALENTINA ARCOVIO – 29/05/2015 – LA STAMPA TUTTOSCIENZE

«L’industria farmaceutica si è riorganizzata per affrontare le sfide che l’attendono. I sistemi sanitari di tutto il mondo dovrebbero fare altrettanto, adattandosi ai cambiamenti per soddisfare, in modo sostenibile, i nuovi bisogni della popolazione». A parlare è Antonio Tataranni, vicepresidente del Global Medical Affairs di Sanofi. Medico e ricercatore con all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e oggi ai vertici del terzo gruppo farmaceutico del mondo, Tataranni terrà domani un intervento sulle sfide per costruire il sistema sanitario del futuro all’8° Forum Nazionale Pharma a Stresa.

Perché, secondo lei, il modello organizzativo del sistema sanitario non funziona? 

«Perché la società sta cambiando. Prima di tutto, l’aspettativa di vita della popolazione mondiale è aumentata e aumenterà ancora nei prossimi anni. Si stima che nel XX secolo la popolazione mondiale abbia guadagnato un anno in più di vita ogni cinque anni. Questo avrà due conseguenze: da un lato l’aumento del numero di pazienti con malattie croniche, dall’altro lato la necessità di diminuire i costi di trattamento del singolo per evitare che la spesa sanitaria raggiunga cifre insostenibili».

Intanto com’è cambiata l’industria farmaceutica?  

«Cambiando il modello di ricerca. In passato si partiva da molecole chimiche esistenti, che venivano testate per diverse patologie in modo da individuare contro quali potevano essere impiegate. Questo schema ha portato a molecole che nel 70% dei casi non hanno raggiunto il mercato perché non funzionavano. Ora abbiamo capovolto l’approccio: si parte dalla comprensione profonda delle cause delle malattie e dei meccanismi molecolari che le scatenano per poi disegnare farmaci che siano efficaci su questi specifici target».

L’approccio è più dispendioso?

«Non necessariamente. Ma questo modello ha bisogno di un sistema sanitario più equo e trasparente, soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai farmaci. L’industria e le agenzie regolatorie devono condividere una visione armoniosa e promuovere l’innovazione per i pazienti. L’attuale sistema, frazionato e guidato da istanze locali, porta in alcuni casi a situazioni paradossali: l’accesso ad alcuni farmaci è garantito solo ad alcune persone in base al luogo in cui vivono. E questo è inaccettabile».

Quali sono i rapporti dell’industria con le università e gli enti di ricerca?  

«Lavorare insieme è fondamentale per Sanofi. Da tempo abbiamo adottato un modello di ricerca “a porte aperte” e siamo presenti in quattro poli di ricerca mondiali, dove, anche grazie alla vicinanza fisica con importanti università ed enti, si sono creati veri e propri ecosistemi in cui gli sforzi vengono condivisi».

Quali risultati vi aspettate nel prossimo futuro?

«Scoprire e sviluppare un farmaco è una delle attività più nobili e far parte di questa avventura è un privilegio. Da questo punto di vista in Sanofi viviamo un momento straordinario. Abbiamo lanciato due nuovi farmaci contro la sclerosi multipla e due contro il diabete. A breve verranno lanciati altri farmaci: uno innovativo contro l’ipercolesterolemia, uno contro l’artrite reumatoide, un altro contro la dermatite atopica, l’asma, la poliposi nasale, più un vaccino anti-Dengue e molti altri».

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Redazione Fedaisf

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