Notizie principali

LETTERE ALLA REDAZIONE.La fungibilità di ruolo dell’isf ed i licenziamenti nel settore farmaceutico

Cari colleghi, amici e lettori di questo sito, è da un po’ che non facevo sentire la mia voce, ma la lettura del comunicato stampa Federisf, pubblicato su molti siti del settore, mi offre l’opportunità di esprimere alcune considerazioni sulla infungibilità del isf e dei metodi usati da alcune aziende farmaceutiche per licenziare in maniera discrezionale i propri dipendenti.

 

Dobbiamo per prima cosa indicare che gran parte della spesa dello Stato italiano sui farmaci viene incassato dalle multinazionali farmaceutiche e che tra il 1990 e il 2000, le stesse aziende hanno incrementato il numero di informatori scientifici, attribuendo erroneamente ad essi e mutuandolo dai sistemi americani sui beni di largo consumo, possibilità di spinte promozionali oltre ogni reale fattibilità e possibilità.

 

Abbiamo quindi visto nascere nelle aziende farmaceutiche e nel settore, profeti delle visite ripetute in modo asfissiante solo su taluni medici, ovvero i grandi prescrittori che poi erano gli stessi per tutte le aziende.

 

I risultati attesi non sono arrivati e si è poi scatenata la caccia alla riduzione dei costi di cui gli isf sono stati la parte più penalizzata.

 

Non potendo licenziare in modo indiscriminato senza crisi, alcune imprese farmaceutiche hanno inventato le linee, assimilando gli isf ad una catena di montaggio di stabilimento, per essere poi equiparati a rami di azienda e quindi essere ceduti ad aziende contenitore, con la colpevole collaborazione di alcuni sindacati e rsu e forse delle stesse istituzioni.

 

Ciò che è successo con il caso Marvecs, società nata dal nulla, grazie ad un avviamento negativo delle più grosse multinazionali farmaceutiche operanti in Italia, a cui sono stati ceduti da più aziende circa 1200 isf nel giro di 4 anni, è ormai cronaca degli ultimi anni.

 

Nelle intenzioni poi scoperte dai giudici, Marvecs, acquistando fittiziamente rami di isf, si sarebbe dovuta occupare del lavoro sporco dei licenziamenti senza che i mandanti delle operazioni comparissero o venissero coinvolti.

 

Illuminante è il fatto dei 440 isf (con rispettiva auto, computer, telefono, adsl e farmaco a corredo per dimostrare il presunto ramo di azienda) costati tutti insieme la modica cifra di 1.000 euro. O anche quelli ceduti, sempre con auto ecc., con un farmaco a corredo che era stato ritirato dal commercio e quindi non dispensabile dalle farmacie.

 

Ma la Procura di Milano ha visto ipotesi di reato ed ha emanato avvisi di garanzia non solo a dirigenti Marvecs ma anche a dirigenti Pfizer, Astra Zeneca ed altri, come pubblicato su tutte le testate giornalistiche.

 

Con la discesa in campo dei Tribunali, e le relative sentenze negative su questa modalità, il farmaceutico ha posto fine alle cessioni di ramo.

 

Sembrerebbe quindi che per l’azione determinata e puntuale di pochi isf ,sia stata tolta la possibilità di perseguire illegittimi licenziamenti a quelle aziende che si servivano allegramente, di finte cessioni di ramo.

 

Ma siccome la zizzania è difficile da estirpare, con la crisi globale internazionale (di tutti i settori tranne la farmaceutica) ecco spuntare nelle imprese un’altra trovata per dare corso a corposi licenziamenti: attribuire – anche qui fintamente – una presunta specifica professionalità e competenza a predeterminati isf racchiusi in una linea, sicché dichiarando inservibile il business di tale linea se ne poteva chiedere la messa in Cigs o meglio in mobilità, con il conseguente licenziamento in massa di numerose migliaia di isf.

 

La parolina magica è stata “infungibilità” in forza della quale un isf che svolge informazione scientifica su una linea per un certo farmaco non è in grado di farlo per altri farmaci di altre linee.

 

Attraverso la infungibilità sono maturati accordi, firmati da Rsu e sindacati, su cui tutti gli attori mentivano sapendo di mentire. In particolare gli isf facenti parte di rsu erano consapevoli di firmare una colossale bugia quando affermavano che i destinatari di licenziamento, appartenenti ad una linea da licenziare, non erano in grado di svolgere informazione su altri farmaci anche perché la movimentazione di isf tra le varie linee è da sempre avvenuta in tutte le aziende con una semplice comunicazione ad effettività immediata.

 

Pertanto la infungibilità risulta inveritiera oltre che illegittima e quindi non vi sono differenze di profilo professionale tra isf atteso inoltre che tali differenze non sono neanche previste dal ccnl di categoria, tranne che per gli isf nel primo anno di attività.

 

Come sempre vi lascio ad alcune riflessioni su quanto appena citato.

 

A tutti un abbraccio

 

Umberto Alderisi

 

umberto.alderisi@gmail.com

 

11.02.2014

 

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco