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Ritorno alle Mutue? Ma siamo pazzi?

07 GIUIl Censis ricicla dati noti, lo sappiamo da tempo che milioni di persone di cui quasi un terzo di anziani, rinunciano alle cure per ragioni economiche. Sappiamo anche dall’Istat che ben 2 milioni e mezzo di nuclei familiari abbandonano le cure per gli stessi motivi, eppoi delle spese catastrofiche per malattia che impoveriscono migliaia e migliaia di famiglie, e ancora che solo 8 regioni garantiscono tutti i Lea….costringendo i cittadini a ricorrere al privato.

Se poi volessimo continuare con l’elenco delle cose umilianti, basterebbe aggiungere le centinaia di migliaia di cittadini del sud che si fanno curare in altre regioni, la libera professione dei medici che è una forma di privatizzazione dell’ospedale pubblico, oggetto di ripetute inchieste per truffe e evasioni fiscali, per non dimenticare la spending review che ritiene che in sanità se ne facciano di tutti i colori. E infine…la Corte dei conti…che ci ricorda che nella sanità c’è un sacco di corruzione.

Di fronte a questo quadro indecente, con Regioni ormai senza sovranità sempre con il cappello in mano, con aziende che non si è capito bene perché siano state fatte, il Censis partecipa al welfare day per dirci che se vogliamo risolvere tali indecenze bisogna tornare alle mutue integrative. Ma scherziamo? A parte il fatto che resta da capire come faranno i cittadini che non hanno i soldi per curarsi a pagare una mutua, o come faranno i disoccupati, i precari, gli esodati, i pensionati al minimo…a parte ciò…ma a nessuno viene in mente che questa trovata è la premessa per una privatizzazione della sanità pubblica?

Che essa altro non è se non il tanto sognato sistema multi-pilastro del Libro Bianco dell’ ex ministro Sacconi? E’ mai possibile che il Censis, il Cern, il Ceis, cioè tutti questi pensatoi votati alla conoscenza, insieme agli economisti sanitari fanatici dell’out of pocket, non sanno suggerire altro che far pagare di più la gente, dare loro meno diritti, aiutare i più forti, ma soprattutto non cambiare niente. Le mutue integrative saranno capaci di fare più prevenzione? Di ripensare modelli di ospedali pietrificati da secoli? Cambiare il lavoro degli operatori? Far contare di più la gente? Ripensare le aziende? E la figura del medico? Abbattere la medicina difensivistica? Fare spazio alle professionalità rinnovate come gli infermieri? No..non sono capaci. E come potrebbero! Così come non sono capaci di moralizzare questo sistema pubblico corrotto.

Il Censis sa che i modelli e le funzioni alla base del sistema sanitario sono ancora sostanzialmente quelli del vecchio sistema mutualistico? Sa che il medico di famiglia, a parte il passaggio dalla notula alla quota capitaria, è ancora sostanzialmente quello della mutua? Sa che il medico ospedaliero è sostanzialmente uguale al suo collega che una volta lavorava il tempo pieno e il tempo definito? Sa che le quattro funzioni fondanti, farmaceutica, specialistica, ospedaliera, medicina di base sono organizzate e concepite sostanzialmente come quelle di 40 anni fa? Sa che gli operatori tutti sono ancora sostanzialmente considerati delle lavatrici da programmare con la stessa logica del famoso 761? Sa che i cittadini ancora oggi definiscono la sa

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