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Storie di ISF. Intervista a Nicoletta Luppi, Presidente e AD di MSD Italia. Ex ISF

"Ho iniziato come Informatore scientifico del farmaco, ed essere donna in un contesto che all’epoca era prettamente maschile mi ha messa molto alla prova"

“Rimanere sempre fedeli a sé stesse: pensare con la propria testa e chiedersi sempre il perché delle cose è il primo passo”. È questo il consiglio che dà alle donne Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia che in questo “Conversando” si racconta, ci parla delle prossime sfide che attendono la sanità e indica due possibili strade “davvero efficaci” per aiutare i Paesi con accesso limitato ai vaccini o ai farmaci (quando saranno disponibili) per Covid-19

di Sandro Franco – Panorama della Sanità – 30 giugno 2021

“Credo che ormai sia sotto gli occhi di tutti che la salute rappresenta la ricchezza di una nazione in quanto una popolazione sana produce, consuma, innova, studia, fa crescere un Paese, oltre a gravare meno sulla spesa pubblica per sanità, previdenza e ammortizzatori sociali”. È quanto afferma Nicoletta Luppi, alla guida di una delle principali aziende farmaceutiche nel nostro Paese, in questa intervista a tutto tondo nella quale ci parla, tra l’altro, delle conseguenze dell’emergenza Covid-19, della parità di genere, del Pnrr, della trasformazione digitale e del futuro dell’industria farmaceutica in Italia.

Nel mondo delle Aziende sanitarie, sia pubbliche che private, è raro trovare una donna al vertice. Quali sono state, se ce ne sono state, le maggiori difficoltà per arrivare a raggiungere una posizione così prestigiosa?
In termini di parità di genere nel mondo del lavoro c’è ancora molto da fare, non solo in Italia. Ho la fortuna di fare parte di un’azienda con una solida cultura meritocratica. Cultura che ho incentivato con l’obiettivo di consolidare un ambiente che valorizzi la diversità e l’inclusione. Questo obiettivo non rappresenta un traguardo ma una tappa importante di un percorso, che io stessa ho compiuto.

Ho iniziato come Informatore scientifico del farmaco, ed essere donna in un contesto che all’epoca era prettamente maschile mi ha messa molto alla prova: c’era la necessità di dimostrare il doppio per ottenere lo stesso risultato di un collega maschio. Adesso non è più così, perché nella maggior parte delle organizzazioni è cambiata la cultura aziendale e la percezione del valore individuale.

Ovviamente, anche il rinnovarsi delle generazioni è stato di grande aiuto. Nel corso di questi anni sono dovuta uscire spesso dalla zona di comfort e accettare le diverse sfide, alcune davvero difficili, che la carriera lavorativa mi ha posto o che io stessa ho cercato per continuare a imparare.

A prescindere da questo, ho fortemente voluto una famiglia e, poiché non volevo che mio marito rinunciasse al suo lavoro e desideravo stargli vicino, ho rinunciato a eventuali incarichi all’estero che avrebbero potuto farmi crescere più velocemente. Ma mi sono sempre messa in gioco e ho colto le opportunità che si sono presentate.

Quale consiglio darebbe alle donne che hanno capacità e competenze da vendere per avere un ruolo adeguato?
Alla base della mia crescita professionale c’è sempre stato tanto impegno, continuo studio aggiornamento e l’adozione di comportamenti corretti, che premiano sempre. Il mio consiglio alle donne è quello di rimanere sempre fedeli a sé stesse: pensare con la propria testa e chiedersi sempre il perché delle cose è il primo passo. Inoltre, bisogna crederci e occorre altresì smarcarsi dall’idea che esista un unico modello (maschile) di leadership. L’autorevolezza si costruisce con il buon esempio, la preparazione e i risultati, che non hanno genere.

La pandemia Covid-19 ha fatto comprendere a tutti quanto sia importante investire in salute. Secondo lei il Ssn, che ha mostrato in più di un contesto delle criticità, necessita di una riforma? Quale ricetta potrebbe indicare per il suo adeguamento?
L’emergenza coronavirus ha solo un merito: ci sta aiutando a capire che la sanità pubblica è essenziale per la salute e per l’economia di un Paese e che la ricerca e lo sviluppo di farmaci e di vaccini innovativi sono un bene prezioso da conservare e da incentivare, un vero e proprio investimento nel lungo e anche nel breve termine!

Mi auguro che questa tragica esperienza sia servita a tracciare una strada verso una sanità incentrata sul valore dell’innovazione nella prevenzione, nella cura, nell’organizzazione dei servizi, che tenga al centro i bisogni delle persone e ne migliori la qualità della vita.

Leggi l’intervista integrale a Nicoletta Luppi* su PANORAMA DELLA SANITÀ n.7 luglio 2021

*presidente e amministratore delegato di Msd Italia

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Redazione Fedaisf

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