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E’ intesa sul Patto per la salute.

 Vale 332 miliardi in tre anni il super «Patto per la salute» in parte confluito nel maxi emendamento del ministero dell’Economia alla Finanziaria 2010. Con aumenti da 1,6 miliardi nel 2010, da 1,7 miliardi nel 2011 e un incremento del 2,8% nel 2012. Con l’intesa sottoscritta ieri con le regioni, Palazzo Chigi apre alle richieste finanziarie dei governatori ma fissa anche una serie di paletti anti-disavanzo per le realtà in rosso: scatto automatico delle addizionali Irpef e Irap oltre il tetto massimo se il piano di rientro dal debito è insufficiente o se addirittura non è stato neppure presentato, taglio entro giugno 2011 di 9.800 posti letto negli ospedali, diminuzione del personale, scrematura delle cure in ospedale per trasferirle al day hospital o all’ambulatorio. Solo i presidenti di regione potranno essere nominati commissari e i sub commissari governativi, se nominati, interverranno esclusivamente per l’attuazione di specifiche parti del piano di rientro.

L’intesa sul «Patto» è stata raggiunta dopo un vivace confronto tra le regioni, con i governatori del Sud che reclamavano meno paletti e più fondi. Interamente in sospeso è rimasto il capitolo della farmaceutica, in particolare le misure da 800 milioni degli extrasconti sui generici del "decreto Abruzzo" di aprile: se ne occuperà in questi mesi un tavolo ad hoc con l’Aifa (Agenzia del farmaco). Dal 31 dicembre scade il taglio del 12% al prezzo dei farmaci generici e le regioni (e gli assistiti) temono che dal 1 gennaio scattino gli aumenti, determinando un nuovo splafonamento della spesa, già pericolosamente in rosso per la farmaceutica ospedaliera.

La stretta per le regioni con i conti in rosso rafforza le regole attuali. Per chi supera il disavanzo standard sanitario strutturale (5%) scatta l’obbligo del piano di rientro col blocco del turn over del personale e delle spese non obbligatorie.

Se il piano di rientro non supererà la verifica tecnica, o addirittura non verrà presentato, scatterà la nomina del governatore a commissario ad acta per la messa a punto entro 30 giorni del piano di rientro e per la sua attuazione. Con la nomina del commissario verranno sospesi automaticamente i trasferimenti erariali non obbligatori, decadranno tutti i direttori generali, sanitari e amministrativi di asl e ospedali-azienda, ma anche quelli dell’assessorato. E automaticamente si applicherà anche l’aumento delle addizionali oltre il tetto massimo, già oggi possibili e mai applicate perché teoricamente avrebbero dovuto coprire l’intero extradeficit: il «Patto» le conferma, fissandole però allo 0,15% in più oltre il massimo per l’Irap e allo 0,30% in più per l’Irpef. Le super addizionali (e il commissario ad acta) sono previste anche se il piano di rientro, nel corso della verifica annuale, si rivelasse inefficiente.

Per le regioni sottoposte ai piani di rientro sono però previste anche alcune facilitazioni. Da una parte viene data la possibilità dell’utilizzo dei Fas a copertura dei disavanzi sanitari. Dall’altra rispunta, come era già avvenuto nel 2008, la possibilità di anticipazioni fino a 1 miliardo a carico dello Stato, rimborsabili al massimo in 30 anni, per quanto riguarda i debiti sanitari ante 2005: un’opportunità che potrebbe interessare subito la Calabria, come afferma la stessa relazione tecnica del Governo all’emendamento presentato alla Camera.

Le News del Sole 24Ore 04/12/2009

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