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La Sicor Teva (Lombardia) delocalizza

Chiusura del sito di Bulciago: a rischio 109 posti di lavoro

La Sicor TEVA annuncia chiusura del sito di Bulciago: a rischio 109 posti di lavoro

L’azienda farmaceutica del gruppo Teva chiuderà la sede di Bulciago entro tre mesi

Protestano i lavoratori. I sindacati: “Non si cancellano così 50 anni di storia”

Lecco notizie 18 febbraio 2021

BULCIAGO – Con una decisione improvvisa, la Sicor (azienda parte del gruppo farmaceutico Teva) ha annunciato ai sindacati che tra poco più di tre mesi la sede di Bulciago cesserà la sua attività. Lo stabilimento brianzolo produce principi attivi per farmaci generici e vi lavorano oltre un centinaio di dipendenti, che ora rischiano di restare disoccupati nel giro di poche settimane.

“E stato un fulmine a ciel sereno – racconta Celeste Sacchi della Uiltec – siamo stati convocati dall’azienda martedì e credevamo fosse uno dei normali incontri di confronto con il sindacato, invece ci è stata comunicata questa decisione”.

“Come se niente fosse, la multinazionale israeliana, proprietaria del sito di Bulciago dal 2002, decide di cancellare cinquant’anni di storia industriale del nostro territorio e di smantellare l’impianto che dà lavoro, ad oggi, a 109 persone” commenta Nicola Cesana della Filtec Cgil.

Segnali d’allarme fino ad oggi non ve ne erano: “Due anni fa l’azienda aveva ricevuto delle prescrizioni da parte dell’Aifa a cui aveva ottemperato effettuando i lavori richiesti. Ma ora non si registravano  problemi – spiega Sacchi – Ci è stato riferito che i margini di guadagno sulle produzioni di Bulciago, essendo di farmaci generici, è troppo esiguo”.

Una motivazione che, per i sindacati, non può essere sufficiente a giustificare il licenziamento di oltre un centinaio di lavoratori. Per alcuni potrebbe essere possibile il ricollocamento negli altri siti produttivi del gruppo in Lombardia. Per gli altri si affaccerebbe il licenziamento.

“Teva sceglie di creare un’altra crisi sociale, dopo aver condotto in modo scellerato il sito negli ultimi anni. Noi non possiamo assistere inermi a questa situazione e metteremo in atto qualsiasi iniziativa possibile per cambiarla” dice Cesana della Cgil.

Lavoratori e sindacati hanno proclamato uno sciopero e un presidio di protesta che si terrà nel pomeriggio di lunedì davanti ai cancelli dello stabilimento. “Il rischio, con una cessazione totale dell’attività – spiega Celeste Sacchi– è quello che non si riesca neppure ad ottenere un periodo di cassa integrazione integrazione straordinaria”.


Sindacati: “Inaccettabile, rischi per occupazione e per sistema produttivo”.

“Negli ultimi sette giorni tre multinazionali del settore chimico hanno annunciato la chiusura di altrettanti siti produttivi nel nostro paese e la conseguente delocalizzazione delle produzioni. Sono la Henkel (detergenza), Huntsman (poliuretani) e Sicor TEVA (farmaceutica), tutte in Lombardia. Hanno assunto scelte che fermamente contestiamo nel merito e che in questo momento risultano ancora più gravi perché ricadono in un contesto di forte emergenza sanitaria, sociale ed economica che investe l’Italia come molti altri paesi”. Lo dichiarano le segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil. “Non è accettabile – affermano i sindacati – che durante una pandemia che vede il mondo intero impegnato ad arginare una situazione che sta mietendo morti, disagio sociale e povertà, ci siano multinazionali che colgono il momento per innescare processi di ristrutturazione e di chiusure di attività produttive, non per crisi ma per migliorare i margini di profitto, licenziando centinaia di lavoratori, senza scordare i casi di vero e proprio “saccheggio” come quello compiuto da Jindal Films (colosso del packaging tecnico) nei confronti di Treofan, compromettendo la catena del valore italiano. Non vorremmo – proseguono Filctem, Femca, Uiltec – che questi avvenimenti siano l’indice di un nuovo processo di riorganizzazione che veda le aziende tese a concentrare le produzioni e/o a delocalizzarle in paesi a minor costo, esponendo così anche il nostro paese a notevoli rischi vista la complessiva debolezza del nostro sistema produttivo e la sua frammentarietà che sconta decenni di assenza di una politica industriale. L’emergenza sanitaria, l’emergenza economica e produttiva, con la salvaguardia dell’occupazione sono le priorità del sindacato come lo devono essere di tutto il paese. Anche per queste ragioni – concludono – utilizzeremo tutti gli strumenti utili per la difesa dei lavoratori e delle attività produttive, chiedendo da subito alle istituzioni competenti di porre in atto le misure necessarie per garantire un futuro al paese”.

Comunicato stampa

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Redazione Fedaisf

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