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Medici e prescrizioni: quando scatta la sanzione

Qualche giorno fa, ha fatto discutere la vicenda di un medico sanzionato per aver prescritto farmaci salvavita a un settantenne. Ora arrivano i chiarimenti

L’ASL di Latina sta dando molto da dibattere per la scelta di sanzionare un medico che aveva prescritto un farmaco broncodilatatore a un settantenne in dosi ritenute eccessive.

Le conseguenze della condotta del sanitario sono arrivate fino al pignoramento del suo stipendio, per poter far fronte al pagamento delle sanzioni applicategli.

Nessuna conseguenza se i farmaci sono utili

Il clamore mediatico della notizia, suscitato dal fatto che il farmaco oggetto di prescrizione era un farmaco salvavita, ha portato il presidente delle Commissioni Appropriatezza Prescrittiva ASL Latina a intervenire sul punto, fornendo dei chiarimenti che possono risultare utili in via generale a tutti i medici.

Nella nota diramata dalla ASL si afferma, in particolare, che la sanzione non è stata applicata con il desiderio di penalizzare chi prescrive farmaci utili, ma solo al fine di “fornire segnali chiari laddove, attraverso la prescrizione di farmaci in notevole soprannumero rispetto al necessario, si rende necessario tutelare proprio la salute delle persone malate che potrebbero subire effetti collaterali, anche gravi, da un’assunzione eccessiva di farmaci”.

Del resto, superare la soglia massima stabilita per l’utilizzo di un farmaco non è di certo lo strumento adatto per stabilizzare lo stato di salute di un paziente. Se il medicinale, nelle dosi raccomandate, non basta, occorre prima di tutto prendere in considerazione l’adozione di scelte terapeutiche alternative.

Il fenomeno dell’iperprescrizione farmaceutica

Il fenomeno dell’iperprescrizione farmaceutica sembra invece fin troppo diffuso e lo dimostra il fatto che a Latina, ma non solo, sono state poste in atto diverse strategie per tentare di arginarlo, che vanno dal confronto con i medici prescrittori, all’istituzione di commissioni paritetiche per la valutazione dell’appropriatezza.

L’iperprescrizione va motivata

Ciò non toglie che, in alcuni specifici casi, la prescrizione di un farmaco in dosi massicce possa risultare fondamentale. Tuttavia, una simile scelta deve trovare fondamento in evidenze scientifiche e buone pratiche cliniche.

In caso contrario, il rischio è quello di incorrere in responsabilità medica di varia natura, anche “semplicemente” nei confronti della ASL di appartenenza.

Valeria Zeppilli | 04 nov 2020

Fonte: Medici e prescrizioni: quando scatta la sanzione https://www.studiocataldi.it/articoli/40192-medici-e-prescrizioni-quando-scatta-la-sanzione.asp#ixzz6cqw46XUh
(www.StudioCataldi.it)


Il fatto

Prescriveva farmaco salvavita a un anziano: Asl Latina gli pignora 1/5 dello lo stipendio

Per l’Azienda sanitaria, l’anziano, affetto da insufficienza respiratoria cronica e poi deceduto, assumeva il medicinale in quantità eccessiva. Le figlie difendono il medico: “Annullate quel provvedimento vergognoso”.

La Asl Latina, al fine di recuperare le somme contestate (circa 1.400 euro), ha pignorato un quinto dello stipendio a Vincenzo Cataldi, medico di base di Fondi, “reo” di aver più volte prescritto un farmaco broncodilatatore a un settantenne affetto da insufficienza respiratoria cronica e deceduto tre anni fa proprio a causa di tale patologia. Un farmaco salvavita per l’anziano paziente, che tirava avanti con una pensione modesta.

La terapia era stata assegnata da uno pneumologo dell’Asl. Secondo l’Asl pontina, però, sarebbe sufficiente assumere quel farmaco due volte al giorno, e non quattro, come faceva l’anziano, che vi ricorreva con maggiore frequenza perché respirava a stento. In seguito ai controlli eseguiti,Effettuati dei controlli sulle prescrizioni, l’Azienda sanitaria ha quindi contestato al dottor Cataldi le spese per l’acquisto delle confezioni di medicinale ritenuto in eccesso, inviandogli poi un’ingiunzione di pagamento. Una decisione assunta per l’appropriatezza prescrittiva, nonostante le spiegazioni del medico, ora condannato a pagare.

“Se non avessi dato al paziente quel broncodilatatore gli avrei causato un’insufficienza respiratoria precoce – assicura Cataldi –, e in scienza e coscienza non mi sono sentito di negargli le prescrizioni”. E aggiunge: “Ho visitato un paziente positivo, ora ricoverato al Goretti di Latina, e oggi sono in quarantena. L’Asl, nonostante Fondi sia stata zona rossa, non ci dà neppure i dispositivi protezione, e poi ci fa pagare i farmaci che usiamo per poter salvare vite umane”.

A criticare la sanzione comminata dall’Asl sono adesso le figlie dello stesso anziano deceduto, Katia e Loredana. “Nostro padre, che ormai non c’è più, non riusciva a respirare – hanno spoiegato –. Spesso era costretto a usare la medicina in questione, prescritta dallo specialista pneumologo, anche quattro volte al giorno. Ma cosa doveva fare, morire soffocato?”.

Quindi, rivolgendosi al dottor Loreto Bevilacqua, che ha firmato il provvedimento: “Lei sicuramente avrebbe potuto comprarlo, quel farmaco (circa 70 euro a confezione), ma un pensionato da 500 euro al mese non può, altrimenti non mangia. Il nostro dottore, oltre a curarlo amorevolmente, gli diceva sempre, nelle frequenti visite domiciliari, di cercare di limitarne il consumo, ma lui non poteva farne a meno. Non serve sanzionare. Bisogna saper aiutare e armarsi di buon senso. Annulli quel provvedimento vergognoso”.

Redazione Nurse Times

N.d.R.: è interessante notare che l’ASL voglia tutelare la salute di un paziente che non ha mai visto e clinicamente valutato. 

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