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Non portiamo il cervello all’ammasso,decidiamo da soli ed operiamo

Cari colleghi, le feste natalizie e di fine anno dovrebbero essere un momento di vicinanza alle nostre famiglie ed ai nostri cari e dovrebbero rappresentare anche un momento di riflessione sui valori umani e professionali che purtroppo ogni giorno diminuiscono sempre più. Ed è stato con un certo stupore che ho letto su di un sito noto per essere uno dei principali riferimenti del settore l’intervento di un collega che si firma Stefano.

In tanti anni di lavoro ho avuto modo di conoscere mille tipologie diverse di colleghi, ma quelli che purtroppo non posso sopportare sono quelli filo aziendali tout court, quelli che per default hanno il cervello all’ammasso aziendale e che ragionano non con la propria testa ma solo dopo essersi collegati al server aziendale ove prendere notizie e posizioni. Le affermazioni del collega sono tipiche di chi non conosce assolutamente questo settore e le sue dinamiche. Sarà forse il solito presuntuoso con dei dati vendita magari positivi legati a chi sa quali strane alchimie di zona, ma è sicuramente una persona poco preparata.

Primo consiglio. Prima di criticare chi ha fatto molto per questo settore e parlare dei colleghi che non conosci, informati attentamente. Non parlare a casaccio. Corri il rischio di fare brutte figure.

Secondo consiglio. Cosa faresti tu al posto degli altri ? Ma è proprio tutto oro colato quello che ti viene dato o detto dalle aziende o forse qualche tara e riflessioni è quanto meno auspicabile ?

Entriamo ora nel vivo delle tue affermazioni: “Accusare tutti, senza distinguere fra  le cose fatte male da quelle fatte bene, incitare costantemente a  percorrere strade di riduzione dell’attività (vi ricordate la campagna  per non fare più di 4 visite all’anno per medico, oppure tra le ultime  la richiesta ed il supporto a far si che i capi area non possano più  affiancare gli ISF?) non fa altro che creare delle ulteriori  opportunità di riduzione di personale, che non si capisce a chi giova.”

Caro collega ,la “famosa campagna” delle 4 visite annue, come da te denominata e criticata è stata ed è forse uno degli aspetti più importanti di difesa della nostra categoria. Le visite ripetute al medico con una frequenza settimanale o quindicinale (come di moda ultimamente) non hanno fatto altro che sminuire il rapporto professionale fra isf e medico, a tutto vantaggio di una mera attività commerciale. La visita al medico è divenuto anziché un momento di scambio culturale e conosciti

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