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Varese. Accesso ISF nelle strutture sanitarie solo su richiesta scritta del medico approvata prima dal Direttore di U.O. e poi dalla Direzione Medica

Assistiamo ancora una volta a delibere di Aziende Ospedaliere comunicate a tutti tranne che ai diretti interessati, gli informatori scientifici

Questa mattina, mentre entravano in ospedale per svolgere la propria attività, alcuni colleghi si sono visti rifiutare cortesemente l’accesso, in seguito ad una delibera della Direzione Sanitaria ASST Sette Laghi, datata 8 marzo 2021.

Questa delibera, richiamando quella di Regione Lombardia del 22 maggio 2020, comunica che l’attività di informazione scientifica deve essere svolta preferibilmente da remoto. Solo in via del tutto eccezionale in presenza, previo appuntamento preventivamente concordato col singolo clinico.

Fin qui nulla di strano, è esattamente così che abbiamo lavorato in tutti questi mesi di pandemia.

La sorpresa sta nella modalità richiesta da ASST Sette Laghi: nessun appuntamento preso telefonicamente né con semplice email al singolo medico bensì

  • compilazione da parte del medico di un modulo cartaceo di richiesta di visita dell’informatore scientifico (è il medico che fa richiesta di essere visto)
  • trasmissione da parte del medico (si ipotizza “brevi manu”) del modulo al proprio Dirigente di UO per l’autorizzazione
  • trasmissione (ipotizziamo sempre “brevi manu”) del modulo dal Dirigente di UO alla Direzione medica, per la seconda autorizzazione
  • Dopo di che con questo modulo cartaceo, recuperato dal proprio Dirigente e nel frattempo passato di mano in  mano, speriamo sanificata, il medico vittorioso potrà telefonare lui all’informatore e comunicargli la riuscita dell’impresa.

Sono d’obbligo alcune riflessioni.

In primo luogo nuovamente dobbiamo assistere a delibere di Aziende Ospedaliere comunicate a tutti tranne che ai diretti interessati, gli informatori scientifici. E sì che a Varese esiste una Sezione AIISF e che il presidente di questa sezione non è sconosciuto al Direttore Sanitario.

In secondo luogo, ASST Sette Laghi fa riferimento alla delibera della regione di un anno fa: dopo 300 giorni per l’azienda sanitaria siamo esattamente nella stessa situazione, come se la regione non ci avesse incluso nelle categorie da vaccinare proprio per la peculiarità del nostro lavoro, che si può svolgere in massima parte solo in presenza  e soprattutto come se la stessa ASST non ci avesse vaccinato.

In terzo luogo osserviamo la capacità organizzativa della Direzione Sanitaria: l’estate scorsa, a luglio, durante un colloquio con la stessa, avevo affrontato la necessità di iniziare a studiare una modalità condivisa di accesso agli ospedali, sfruttando il periodo estivo relativamente calmo sul fronte pandemico, in modo da farci trovare pronti nel momento in cui la situazione avesse potuto aggravarsi.

Appunto.

Infine ci permettiamo di esprimere una certa perplessità sulla conoscenza della Direzione Sanitaria di una  giornata lavorativa di un medico ospedaliero: in periodi normali non ha nemmeno il tempo di respirare e si vorrebbe in questo periodo che impiegasse ore a riempire e trasmettere, rigorosamente a mano, moduli su moduli per ricevere l’informazione scientifica.

Avremmo apprezzato maggiormente un netto e secco divieto di accesso alle strutture ospedaliere, invece che ideare una macchinosa ed inefficace modalità di presa degli appuntamenti, come a voler scaricare sulla stessa la responsabilità dell’impossibilità per noi di lavorare.

Ancora una volta gli Informatori Scientifici del territorio sapranno comportarsi con la serietà e il rispetto delle regole che il momento impone, ma la nostra delusione all’ennesima prova di incapacità organizzativa dei manager lombardi è veramente profonda.

Per quanto sopra, non ci aspettiamo comunque  alcun riscontro.

Francesca Boni

   Aiisf Varese


N.d.R.: Sul sito dell’ASST compare ancora:

evidentemente non aggiornato o in contrasto con altre disposizioni

Redazione Fedaisf

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