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Disastro SSN. Conferenza Gimbe:’La sanità pubblica si sta sgretolando’. La partecipazione di Fedaiisf

Il 31 marzo scorso si è tenuto a Bologna la Conferenza Nazionale GIMBE che torna dopo tre anni di pausa e si concentra sulla crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in Italia.

Il 5° Rapporto GIMBE ha mostrato un netto peggioramento dello stato di salute del SSN, con ritardi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, nuovi bisogni di salute e demotivazione del personale sanitario. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata rischia di violare il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute, rendendo il SSN un privilegio per pochi e lasciando indietro le persone più fragili e svantaggiate, in particolare nel Sud del Paese.

All’evento era presente Fedaiisf con il Presidente Federale, Antonio Mazzarella, ed il Vicepresidente Antonio Daniele che hanno dichiarato che “L’associazione degli Informatori scientifici è nata con la istituzione del SSN. Gli ISF sono quindi al fianco di Gimbe in difesa del Ssn”

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BOLOGNA: L’allarme alla Conferenza Gimbe, ‘La sanità pubblica si sta sgretolando’

Rilanciare il sistema sanitario nazionale che è in forte crisi e vicino a un punto di non ritorno: è l’allarme lanciato dalla Fondazione Gimbe a Bologna, durante la sua 15esima conferenza nazionale che ha visto un pubblico di almeno 400 persone. 

Teleromagna – 31 marzo 2023

“Il diritto alla tutela della salute, nell’indifferenza di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni, si sta trasformando in un privilegio per pochi, lasciando indietro i più fragili, in particolare al Sud. E’ in corso una crisi di sostenibilità di un Servizio sanitario nazionale vicino al punto di non ritorno”. È drammatico il quadro tracciato dalla Fondazione Gimbe nel corso della quindicesima Conferenza Nazionale, a Bologna. Lo scenario attuale – ha sottolineato il presidente Nino Cartabellotta – vede il settore privato superare quello pubblico soprattutto nel campo dell’assistenza residenziale e della riabilitazione”. Durante l’iniziativa Gimbe ha presentato un Piano di rilancio del Servizio Sanitario Nazionale che si basa su 14 punti essenziali, a partire da “un inderogabile rilancio del finanziamento pubblico, la riduzione delle disuguaglianze tra Regioni, l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e l’assunzione di più personale”.


Nel rapporto Gimbe si evidenzia il forte sotto finanziamento e la drammatica carenza di personale, le diseguaglianze e l’avanzata del privato.
Dalla Fondazione Gimbe viene presentato il “Piano di rilancio del Servizio Sanitario Nazionale” e quindi “un inderogabile rilancio del finanziamento pubblico”: “senza più pretendere di guardare a Germania e Francia spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – entro il 2030 occorre almeno allineare il finanziamento pubblico alla media dei paesi europei rispetto ai quali nel 2020 il gap era già di 12 miliardi nel 2021”.
Tra i punti anche la digitalizzazione della sanità per integrare territorio e ospedale, la riduzione di sprechi e inefficienze, arginare l’espansione incontrollata del privato, riordinare la normativa sui fondi sanitari, migliorare l’informazione ai cittadini, rivedere il sistema dei ticket in base a principi di equità e destinare alla ricerca.
L’ultimo annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale “documenta “la forte espansione delle
strutture sanitarie private accreditate, ovvero rimborsate con il denaro pubblico”. Nel 2021 gli ospedali accreditati sono 995, un numero quasi raddoppiato in 10 anni rispetto ai 525 del 2011.
Sempre tra i punti del Piano di Rilancio presentato da Gimbe, spiega il presidente Nino Cartabellotta, vi è anche quello di normare meglio l’integrazione pubblico-privato, attraverso due vie: “disciplinare la libera professione, al fine di ridurre le diseguaglianze d’accesso ai servizi sanitari e arginare l’espansione incontrollata della sanità privata accreditata”, ma anche “riordinare la normativa sui fondi sanitari, diventati un vero e proprio ‘cavallo di troia’, che dirotta su assicurazioni e sanità privata accreditata risorse pubbliche provenienti dalla defiscalizzazione dei fondi sanitari”. Il fine, conclude Cartabellotta dovrebbe essere quello “di renderli esclusivamente integrativi rispetto a quanto già incluso nei Livelli essenziali di assistenza, arginando diseguaglianze, privatizzazione, erosione di risorse pubbliche e derive consumistiche”. (fonte: Regioni.it)

 

 

Redazione Fedaisf

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