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Farmindustria, per investire in Italia stabilità e misure scioccanti

Scaccabarozzi, lasciamo fare riforme a Governo, Paese deve ripartire. Ma scioccanti come l’articolo 18? “Qualsiasi cosa che possa dare uno slancio all’economia”

“Dalla prossima legge di stabilità ci aspettiamo che rispetti il suo nome: e quindi che dia stabilità. E’ molto semplice. Il Governo deve e vuole fare riforme? Lasciamolo fare. E’ importante che qualcuno provi a fare anche qualcosa di scioccante nel mercato. Perché dobbiamo ripartire”.

Ne è convinto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. Ancora di più all’indomani dell’incontro fra il premier Matteo Renzi e i Ceo mondiali delle più importanti Big Pharma. Il numero uno delle imprese del farmaco in Italia, a margine di un incontro promosso a Milano da Janssen, ammette che “nel primo giro di boa questo esecutivo la stabilità l’ha data. Ma era anche facile perché 44 manovre in 10 anni non passano inosservate”, dice a Pharmakronos.

Ma se si continuerà su questa strada, se la stabilità verrà garantita con continuità, “insieme alla certezza di regole chiare, a un’Aifa efficiente e messa nelle condizioni di operare che ci consenta di attuare gli investimenti che vogliamo fare”, i margini “per mantenere e rilanciare gli investimenti in Italia” ci saranno.

“I Ceo mondiali hanno chiesto questo per farlo”, assicura Scaccabarozzi, che vede di buon occhio anche la voglia di riforme. “Credo che a questo Governo vada data fiducia”. Bene anche eventuali misure scioccanti, riflette. Ma scioccanti come l’articolo 18?

“Qualsiasi cosa che possa dare uno slancio all’economia – risponde il manager – che possa dare fiducia. Proviamo a togliere le paure, come ha detto anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Probabilmente potremo ripartire solo con un senso di fiducia e ottimismo, per far circolare quel capitale che serve a far ripartire i consumi e l’economia”.

Le imprese farmaceutiche, spiega, “sono sempre state convinte, anche prima quando venivano fatti tagli in continuazione”, dell’importanza di sforzarsi a investire in Italia e del fatto che si possano creare condizioni favorevoli. “Lo erano a maggior ragione i Ceo mondiali ieri quando per la prima volta hanno trovato un Governo che vuole dialogare, che riconosce il valore economico, di investimentie occupazionale del settore e che apprezza i nostri sforzi”, sottolinea Scaccabarozzi. “Credo ci sia un segno di grande responsabilità, sia da parte dei Ceo delle imprese del farmaco sia da parte del Governo che è giusto che incontri chi può dare una mano e provi a trovare slancio nelle leve economiche”.

Scaccabarozzi non si aspetta “mosse particolari. Non ci aspettiamo che ci venga restituito il maltolto, siamo consci della situazione. Ci aspettiamo però che sia finita l’epoca dei tagli, lineari o non lineari che siano. Il Paese ha bisogno di regole chiare per garantire agli investitori che si possa tornare a investire senza tutte le complicazioni che ci sono. Sono convinto che lo faranno.

Gli stranieri lo hanno capito. Se così non fosse non avrebbero mantenuto negli anni tutti gli insediamenti industriali, noi non avremmo portato l’export a crescere di oltre il 40% negli ultimi 5 anni in confronto a una media manifatturiera italiana del 7%, non avremmo livelli di export pari al 70% e imprese e industrie che esportano anche fino al 90%.

Quindi ci hanno creduto, gli investimenti li hanno mantenuti, siamo riusciti a difenderli strenuamente. Ovviamente ci sono stati esempi negativi, ma altri positivi”. Se questa stabilità “come penso arriverà, potremo fare molto ancora”. A partire dai posti di lavoro, conclude il manager:

“Avevamo promesso a luglio 1.500 nuovi posti, Renzi me ne ha chiesti 2 mila per il 2015 e siamo felici di aver sbagliato previsioni. Da una survey fra gli associati siamo già a 1.600 nuovi assunti, giovani sotto i 30 anni. Ed entro fine 2015 penso che ne possiamo aggiungere altrettanti se non di più. La farmaceutica

è dunque pronta a fare la propria parte”.

Per Roberto Tascione, presidente e amministratore delegato di Bristol-Myers Squibb, “l’incontro con Renzi rappresenta un’importante apertura al dialogo e alla costruzione di un percorso comune. Siamo presenti in Italia e vogliamo continuare a esserlo. L’impegno e la disponibilità reciproca sono le basi sulle quali dobbiamo e possiamo costruire il futuro in un settore strategico per il nostro Paese”.

Secondo Concetto Vasta, direttore Affari istituzionali di Eli Lilly Italia, “come rappresentanti dell’industria farmaceutica abbiamo sottolineato gli aspetti cruciali per attrarre investimenti nel nostro Paese. Avere una centralizzazione della governance di settore che si traduca in regole chiare stabili e uniformi su tutto il territorio nazionale. Parallelamente a questo – aggiunge – è necessario un potenziamento dell’Aifa: ad esempio un’agenzia capace di rispondere in tempi rapidi a una richiesta di ispezione, significa non vanificare gli investimenti fatti in Italia in produzione”.

Infine Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria e presidente del Gruppo Menarini, commenta: “una bellissima iniziativa: le aziende convocate ieri da Renzi hanno un valore di Borsa pari al 60% del Pil italiano. Come Farmindustria ha ricordato da inizio anno abbiamo registrato 1.600 assunzioni di giovani under 30”.

Lucia Scopelliti – 8 ottobre 2014 – PharmaKronos

Matteo Renzi apre Palazzo Chigi ai big del farmaco

09 Ottobre 2014 – Il Sole24ORE

Metti dieci Ceo mondiali di Big Pharma a Palazzo Chigi e un premier che li invita a puntare (e a investire) sull’Italia. E metti che Big Pharma risponda: lo stiamo già facendo, anche oltre le promesse fatte, «siamo pronti a dare ancora una mano». Prove tecniche di sintonia tra il Governo e le industrie farmaceutiche ieri a Roma. Con un incontro a sorpresa tra Matteo Renzi e le imprese del farmaco internazionali, comprese alcune italiane come Menarini e Chiesi, che già hanno base e forza in Italia. È la prima volta in Italia che un primo ministro incontra un gruppo di Ceo mondiali dell’industria farmaceutica, fra cui Bayer, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, Glaxo-SmithKline, Johnson & Johnson, Merck Serono, Novartis e Roche. Secondo Matteo Renzi quello della farmaceutica è un settore in sviluppo, la cui presenza in Italia potrebbe essere strategica per la nostra economia.

export-farmaceutico

Tratto da Il Sole 24 Ore, martedì 07 ottobre 2014 p.15

Notizie correlate: Farmaceutica, incontro a Chigi con governo su occupazione. N.d.R.

Renzi apre ai big del farmaco

Farmindustria:parte scuola formazione. Scaccabarozzi, puntiamo su giovani

(ASCA) – Roma, 9 ott 2014 – Fare gruppo per affrontare con ancora maggiore vigore e forza le sfide dei prossimi anni. E’ questo lo scopo della tre giorni (9 – 11 ottobre) promossa da Farmindustria con la neonata Scuola di Formazione destinata innanzitutto, ma non esclusivamente, ai giovani inseriti nelle oltre 200 imprese del settore esistenti in tutto il paese. La Scuola – che avra’ come docenti il personale qualificato dell’Istituto Superiore di Sanita’, della Sda Bocconi, delle aziende del farmaco, il direttore generale e i dirigenti dell’Associazione – dedichera’ il primo giorno alla mission di Farmindustria e alla conoscenza del settore. L’industria farmaceutica ha infatti un ruolo di primo piano nel panorama manifatturiero per le diverse realta’ territoriali e per l’economia del Paese, come testimoniano i 62.300 addetti (6.000 in Ricerca), i 28 miliardi di produzione e un export del 71%. Risultati che per essere portati al top hanno bisogno di regole certe e stabilita’ del quadro normativo. Senza dimenticare la forte internazionalizzazione, caratteristica tipica delle aziende, che puo’ rappresentare un punto di forza per l’Italia e per l’Europa intera. red/rus

 

Redazione Fedaisf

Promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca ed omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informatori scientifici del farmaco.

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